COME OTTENERE UN BUON ATTACCO
Il modo in cui il bambino si attacca al seno è molto importante per aumentare l’assunzione di latte, e anche per evitare le ragadi alla madre.
Oggi assistiamo a una svolta nel modo di concepire l’allattamento, che avrebbe dovuto verificarsi molto tempo fa: il passaggio all’attacco asimmetrico. Quando la madre riesce a ottenere questo tipo di attacco, il bambino riceve più latte dal seno e lei ha meno probabilità di avere le ragadi, che anzi guariscono grazie a tale posizione. L’attacco asimmetrico è una delle prime cose che insegniamo alle donne che richiedono assistenza sull’allattamento presso la nostra clinica: insieme alla compressione del seno, sono alla base di tutti i nostri interventi.
Perché l’attacco fa la differenza? Penso che quasi tutti quelli che aiutano le donne a prevenire e superare i problemi di allattamento al seno concorderanno sul fatto che più profondo (o “migliore”) è l’attacco, meglio è per la madre e per il bambino. Dal punto di vista della madre, può significare non provare dolore e da quello del bambino, assumere correttamente il latte.
Il dolore durante l’allattamento è un segnale che la madre ha bisogno di aiuto; e se si prova dolore allattando, quasi sempre dipende dall’attacco. Le stesse infezioni da Candida (“mughetto”), di cui tra l’altro si ha un eccesso di diagnosi, sono dovute a un problema di fondo, poiché la Candida non cresce sulla pelle sana: le ferite al capezzolo e all’areola derivano dall’errato attacco, e questo problema di fondo è troppo spesso ignorato, laddove invece andrebbe affrontato, se si vuole trovare una soluzione definitiva alla Candida e ai dolori al capezzolo di qualsiasi tipo. Inoltre, migliore è l’attacco, maggiore è la quantità di latte che il bambino riceve dal seno.
Durante l’esperienza in Africa, tanti anni fa, feci una scoperta interessante. Una cosa che notai fu che le madri spesso attaccavano i figli in una maniera che ritenevo inadeguata. Ne discussi con la responsabile della formazione per l’iniziativa “Ospedale amico dei bambini”. Mi chiedevo come fosse possibile che, nonostante i bambini si attaccassero così male – e abbiamo visto quanto sia importante un attacco corretto –, né le madri né i bambini che vedevamo avevano problemi di allattamento. Sì, anche lì pensavano che le ragadi fossero “normali”, ma la maggior parte delle madri riusciva a superarle. La sua risposta, che non mi aspettavo, fu: “Sì, è vero, ma in questa zona si pensa che il latte vada via molto presto, di solito entro i primi 4 mesi”.
È lo stesso problema che riscontriamo anche a Toronto. Donne che iniziano con un’abbondante produzione di latte, a circa 3 o 4 mesi dalla nascita, riferiscono che i bambini iniziano a comportarsi come se non ricevessero abbastanza velocemente il flusso di latte dal seno: tirano il capezzolo, si agitano e si lamentano tra una poppata e l’altra, spesso succhiano le dita per molto tempo e arrivano persino a rifiutarsi di prendere il seno, soprattutto durante il giorno. E tutto questo può accadere nonostante siano allattati in maniera esclusiva e addirittura continuino a prendere peso regolarmente, il che rende difficile per le madri pensare a un calo di produzione del latte, anche perché si tratta soltanto di un calo relativo rispetto all’abbondante quantità che producevano all’inizio.
Poiché molti bambini continuano ad aumentare di peso regolarmente, vengono diagnosticati reflussi e allergie a qualcosa di presente nel latte materno. Ma queste diagnosi si fanno perché non si guarda l’intero quadro e non si verifica se il bambino beve correttamente dal seno. Osservare il bambino durante la poppata permetterebbe di vedere che tira il seno, piange, si attacca e si stacca quando il flusso di latte rallenta.
Sento spesso donne a cui è stato detto che l’attacco del bambino era buono. Tuttavia, quando le vediamo in clinica, ci rendiamo conto che potrebbe essere certamente migliore e mostriamo loro come passare all’attacco asimmetrico.
Con l’attacco asimmetrico, il mento del bambino è contro il seno, ma il naso no. Il labbro inferiore copre una parte maggiore di areola rispetto al labbro superiore. La seconda foto in basso mostra l’opposto dell’attacco asimmetrico. Ma perché l’attacco asimmetrico è migliore dell’altro?
Foto 1: Questo bambino ha un attacco asimmetrico: il mento è contro il seno, mentre il naso è libero.
Foto 2: Questo bambino ha un attacco superficiale, l’opposto di quello asimmetrico: il naso è contro il seno, il mento no.
Nella situazione rappresentata dalla prima foto, la mandibola e la lingua possono stimolare la fuoriuscita del latte, ottenendo un flusso rapido. Nella seconda foto, il bambino ha gran parte del seno in corrispondenza della mascella superiore, la quale non si muove, quindi il seno non è stimolato in maniera efficace, poiché mandibola e lingua vi sono attaccate in modo molto superficiale, e peraltro la lingua stimola il capezzolo, non il tessuto mammario. La situazione diventa ancora peggiore se il bambino ha il frenulo corto e, quindi, la lingua non può stimolare bene il tessuto mammario.
Tradotto da Samantha Mazzilli, revisionato da Renata Loiacono
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Tradotto da Samantha Mazzilli in collaborazione con Renata Loiacono